sabato 28 settembre 2013

Vientiane 3^parte



24 luglio
Partiamo alla scoperta di Vientiane
Vientiane (in lingua si pronuncia Vìangciàn) è la capitale del Laos, che si affaccia sul fiume Mekong, al centro di una vasta pianura coltivata a riso. Si stima che la popolazione della città sia di circa 200.000 abitanti 2005, mentre la popolazione che vive nell'area metropolitana è di circa 730.000 abitanti.Vientiane è situata presso un'ansa del fiume Mekong, al confine con la Thailandia. Narra il poema epico che il Principe Thattardhta fondò la città dopo che abbandonò il leggendario regno Lao di Muong Inthapatha Maha Nakhone dopo che il padre assegnò il trono al fratello più giovane.
Thattaradtha prima fondò Maha Thani Si Phan Phao, l'odierna Udon Thani in Thailandia, situata sulla sponda occidentale del fiume Mekong. Un giorno il naga dalle sette teste gli disse di fondare una nuova città sulla sponda orientale del fiume. Il principe la chiamò Chanthabuly Si Sattanakhanahud, l'antico nome dell'attuale Vientiane, letteralmente: la 'bellissima città del Naga dalle sette teste.
Quando il Laos passò sotto il governo della Francia nel 1893, Vientiane divenne la capitale del protettorato francese del riunificato Laos sei anni dopo, quando fu istituita la colonia dall'Indocina Francese. La permanenza dei francesi si protrasse fino al 1953 e diede luogo ad un'apprezzabile architettura coloniale tuttora conservata in buono stato in città. Dopo l'ottenimento dell'indipendenza dai francesi, Vientiane rimase la capitale. Fu preservata dai bombardamenti americani che distrussero il Laos orientale durante la guerra civile laotiana, grazie all'appoggio che il governo laotiano diede alle forze statunitensi nel combattere i ribelli del Pathet Lao e gli infiltrati nord-vietnamiti.
Con la sconfitta degli americani nella guerra del Vietnam, le forze comuniste del Pathet Lao si impossessarono nel 1975 di Vientiane, dove il 2 dicembre venne istituita la Repubblica Democratica Popolare del Laos, a seguito dell'abdicazione dell'ultimo Re Savang Vatthana. Dopo anni di difficoltà economiche legate all'embargo americano ed alla crisi degli alleati sovietici, con l'apertura del paese all'economia di mercato avvenuta negli anni novanta, Vientiane si è trasformata in una moderna città. Grande sviluppo hanno avuto le infrastrutture e l'industria del turismo, che ha fatto di Vientiane uno dei siti più visitati nel sudest asiatico.
Il primo ponte dell'amicizia thai-lao, costituisce uno dei maggiori punti di collegamento con la Thailandia. Il ponte è percorso anche dall'unico breve tratto ferroviario funzionante nel paese; è lungo 3.5 km ed unisce la linea nord-orientale delle Ferrovie dello Stato Thailandesi alla stazione di Thanaleng, situata nel villaggio di Dongphosy, 20 km ad est di Vientiane. La linea, che parte dalla stazione di Nong Khai,è stata inaugurata il 5 marzo 2009 dalla Principessa Maha Chakri Sirindhorn di Thailandia.
Vientiane è servita dall'Aeroporto di Vientiane-Wattay, uno scalo internazionale che la collega a diversi aeroporti asiatici. È l'unica città laotiana ad avere un regolare servizio di autobus urbani. Sono inoltre presenti servizi taxi privati effettuati anche dai tuk-tuk, dai più capienti jumbo tuk-tuk, dai songthaewe da moto-taxi. Vi sono 3 stazioni degli autobus interurbani:
Stazione di Vientiane, la più vecchia tra le stazioni cittadine, situata nel centro cittadino di fronte al mercato del mattino. Attualmente è il capolinea per gli autobus comunali, provinciali e per quelli diretti in Thailandia via Nong Khai
Stazione settentrionale, situata nella strada T2, nel nord della città, collega Vientiane con le località settentrionali del paese
Stazione meridionale, situata nel quartiere di Dong Dok lungo la statale 13 sud, collega la capitale con le località del sud del paese
La navigazione fluviale sul Mekong è possibile tra maggio e novembre, durante la stagione delle piogge, quando i fondali dei fiumi sono alti a sufficienza. Si può raggiungere a nord Houay Xay, nella provincia di Bokeo, e Jinghong, nella provincia cinese dello Yunnan. Verso sud, si può arrivare a Savannakhet con chiatte mercantili. Il porto fluviale si trova a Kiaw Liaw, vicino a Vientiane

Il primo ponte dell'amicizia thai-lao  è un ponte ferroviario e stradale ed è il primo costruito sul tratto indocinese del fiume Mekong. Collega la Prefettura di Vientiane, in Laos, alla Provincia di Nong Khai, in Thailandia, ed è attraversato dalla strada AH12, che fa parte del progetto autostradale asiatico ed unisce la provincia settentrionale laotiana di Oudomxay con quella centrale thailandese di Saraburi.
La cittadina thailandese di Nong Khai si trova nelle vicinanze del ponte, mentre la capitale laotiana Vientiane si trova a circa 20 km dalla struttura. Il nome ufficiale era all'inizio "ponte dell'amicizia thai-lao", ma venne cambiato dopo il completamento del "secondo ponte dell'amicizia thai-lao", aperto al traffico nel gennaio del 2007 tra la provincia thai di Mukdahan e quella lao di Savannakhet.
È un ponte a trave scatolare costruito a sbalzo con l'impiego di calcestruzzo armato precompresso. La lunghezza totale è di 1.174 metri. La larghezza è di 12,70 metri e comprende due carreggiate per automobili di 3,50 metri, due marciapiedi di 1,50 metri e nel mezzo un binario a scartamento metrico dell'unica linea ferroviaria attiva in Laos. Il progetto comprende 1.300 metri di strada prima del ponte e 700 metri di rinforzi degli argini. La struttura è stata costruita in funzione della variazione stagionale del livello del fiume che arriva a 13 metri.
Il posto di frontiera thailandese si trova ad oltre un chilometro di distanza dall'argine, mentre quello laotiano è sul ponte, in prossimità dell'argine. In Thailandia si guida a sinistra ed in Laos a destra, l'incrocio dove si effettua il cambio di carreggiata è in prossimità del posto di frontiera laotiano ed è regolato da un semaforo. Un servizio a pagamento di autobus navetta collega i due posti di frontiera
Nel 1989 il governo australiano ha dato il via al progetto, dopo trent'anni di studi sulla fattibilità dell'opera e dopo aver ricevuto il consenso e la cooperazione di Laos e Thailandia. L'assenso dei due Stati ha posto fine alle schermaglie con cui si erano fronteggiati negli anni precedenti lungo il fiume. L'opera è stata finanziata interamente dallo Stato australiano, che per estendere la sua influenza nel sudest asiatico ha affrontato una spesa totale di 30 milioni di dollari americani, ed è stata costruita da ditte australiane. I lavori iniziarono nel 1991 e furono completati nel 1994. Il ponte fu inaugurato l'8 aprile 1994 ed erano in uso solo le carreggiate per automobili ed i marciapiedi.
Il 20 marzo 2004 fu firmato l'accordo tra la Thailandia e il Laos per la costruzione della tratta ferroviaria Nong Khai - Thanaleng che attraversa il ponte. I lavori iniziarono nei primi mesi del 2007 e fu inaugurata il 5 Marzo 2009 dalla principessa Maha Chakri Sirindhorn di Thailandia. I primi treni hanno percorso la tratta il 4 luglio 2008. In precedenza in Laos era stata costruita una piccola linea ferroviaria, da lungo tempo ora in disuso, tra gli isolotti del Mekong vicino alla frontiera cambogiana. Il breve tratto Nong Khai - Thanaleng è ora l'unica ferrovia attiva in Laos.
La stazione di Thanaleng si trova nelle immediate vicinanze del ponte ed esiste il progetto per raggiungere Vientiane con un prolungamento di 7/8 km, i cui lavori durerebbero due anni. La linea ferroviaria interessa al governo cinese, che intende finanziare un ulteriore prolungamento da Vientiane a Kunming, il capoluogo della provincia cinese dello Yunnan.






Contratto con il driver del tuk tuk dell’ albergo, un’ ora di scarrozzamento per 60.000 kip ( circa 8 usd). Visitiamo il Patouxay e ci saliamo (2000 kip).
Patuxai che significa letteralmente porta vittoria o porta di Trionfo, precedentemente Anousavary o Anosavari monumento, conosciuto dai francesi come Monument Aux Morts è un monumento di guerra nel centro di Vientiane, Laos, costruito tra il 1957 e il 1968. Il Patuxai è dedicato a coloro che hanno combattuto nella lotta per l'indipendenza dalla Francia. In  lingua laotiana, è variamente traslitterato come Patuxai, Patuxay, Patousai e Patusai. Si chiama anche Patuxai arco o arco di trionfo di Vientiane come assomiglia all'Arc de Triomphe di Parigi. Tuttavia, è tipicamente laotiano nel design, decorato con creature mitologiche come la tempesta (mezza donna, mezzo uccello).
Patuxai è una parola composta, 'Patuu' o 'patu' significa una "porta" o "gateway" e 'Xai', derivato di Sanskrit 'Jaya', che significa "vittoria". Così significa "Porta vittoria".Patuxai fu costruito durante il periodo turbolento della storia Lao. Fu costruito quando Laos era una monarchia costituzionale ed originalmente è stato conosciuto semplicemente come il "Anousavali" ("memoria"), dedicato alla memoria dei soldati laotiani che morirono durante la seconda guerra mondiale e la guerra di indipendenza dalla Francia nel 1949.
Il monumento è stato costruito utilizzando i fondi americani e il cemento destinato a costruire un nuovo aeroporto. Il governo laotiano reale invece costruì il monumento, che ha guadagnato così il soprannome di "pista verticale".
Il monumento è stato progettato da Tham Sayasthsena, un architetto laotiano. Nel 1957, i suoi piani furono selezionati tra quelli del dipartimento dei lavori pubblici, dal dipartimento di ingegneria militare e da numerosi architetti privati. Tham ricevette 30.000 kips per il suo lavoro. Il costo di costruzione è stato stimato come kips 63 milioni.
Nel 1975, il comunista Pathet Lao prese il potere e si concluse l'antica monarchia. Venne ribattezzato  Patuxai, monumento in onore della loro vittoria



Successivamente sempre in tuk tuk il complesso dei templi That Luang a circa tre km di distanza (5000 kip) .




Pha That Luang, è uno stupa buddista, uno dei più famosi in Laos. È il più importante monumento cultura nazionale e molto popolare tra i turisti stranieri. L'originale fu costruito nel 1566 dal re Setthathirath e fu restaurata nel 1953. Lo stupa dorato è di 45 metri di altezza e si crede per contenere una reliquia del Buddha. Poi ci muoviamo verso l'altro sito che è anche popolare tra i turisti è Wat Si Muang. Il tempio fu costruito sulle rovine di un tempio Khmer indù, i cui resti sono visibili dietro il corridoio di ordinazione. E fu costruito nel 1563 e si crede per essere custodito dallo spirito di una ragazza locale chiamato "Si". La leggenda dice che Si Nang, che era incinta al momento, saltò alla sua morte come un sacrificio, proprio come il pilastro era essere abbassato nel foro. Davanti al tempio si erge una statua di re Sisavang Vong



Ed ora finalmente ci facciamo portare nel centro città, di questa piccola capitale. La Fontana centrale è impacchettata, mentre si riconoscono già gli intenti di occidentalizzazione della città. Un grande boulevard va dal palazzo presidenziale al Patouxay è disseminato di ministeri, a volte di dubbia utilità, compagnie aeree e due Mall.



Per il resto la si visita in meno di due giorni. In uno dei tanti ristoranti garage, Thonglor Restaurant in Quai Fa Ngum facciamo una grandissima cena laotiana, tanto pesce cucinato con amor,un trionfo di spezie aglio e un‘insalata di papaya da eruzione vulcanica , due dolci tipici e tanta Lao il tutto 6 usd







25 luglio
Piove tutto il giorno, ormai tiriamo a sera. Le notizie su Vicente il tifone che ha bloccato HKK e Beijing e che sta intessando il Lao e la Cambodia, viste le condimeteo ci mettono un pò in apprensione per ciò che ipotizziamo di trovare nelle 4000 isole. A letto presto domani sveglia alle 4 per aereo alle 6.30, unico volo giornaliero per Pakse (780 km, in bus una follia!).














26 luglio
Tutto ok taxy, arrivo aereoporto,8 usd, check in modello aereoclub, ufficio immigrazione (gabbiotto con poliziotto indolente), attesa in sala imbarco con preponderante odore di cipolla e aglio. Il tabellone ê a pennello e all’aereo ci si va a piedi. Atr72 che parte pieno e che deve giungere in fretta a Pakse per coincidenza con aereo per Siem Reap. Atterriamo con 10' di anticipo. Disbrigo velocissimo delle formalità, piccola contrattazione per taxi fino a Champasak, all’Inthira definito da molti un bell’hotel ma che in realtà si dimostra un incubo per servizio, stanza e qualità ( ragni e rane in camera, sporcizia ovunque 53 usd notte).vi giungiamo alle 9 circa attendiamo quella che definiscono la stanza migliore, la 5. (segue)

giovedì 26 settembre 2013

Luang Phrabang 2^parte

segue
21 luglio
Sole finalmente e quando viene fuori è fortissimo! Usciamo in bici per andare a noleggiare un furgoncino collettivo tuk tuk,che ci porterá a Tat Kuang Si waterfalls. Percorso il solito ponte che oramai è diventato un amico, incontriamo subito il nostro driver. Contrattazione veloce, 180.000 kip in due….ma ci sono le bici?? No problem, ci carica le bici sul tuk tuk e ci riporta all’albergo dove il concierge esce impaurito credendo avessimo fatto un incidente! Tutto spiegato, scarichiamo le bici e ripartiamo in una nube di fumo. Le cascate distano 32 km da LP, tempo un’ora ci siamo attraverso colline di caffè, elefanti al lavoro e villaggi Hmong.






Durante il tragitto offriamo un passaggio ad una signora Hmong che per ricompensarci apre i suo sacco e ci dona due piccole pannocchie di mais grigio; un gesto altissimo, Lei che ci regala dalle sue povere cose questo cibo. Accettiamo e ringraziamo.






 Forse la miglior parentesi del Laos. Le cascate sono incredibili, c’è il santuario degli orsi salvati dall’orrenda pratica orientale della fistolazione per estrarre la loro bile. Ce ne sono davvero tanti.










 Seguendo il sentiero 5' minuti dopo si incontrano le piscine naturali delle cascate, sono 3 a diverse altezze. La quarta è sotto la cascata e la si attraversa con un ponte. Dopo circa due ore ed un bel bagno rientriamo, non prima di vaer concesso al nostro autista di concludere una partita a soldi, di biliardo.








Ritorniamo in hotel non prima di esserci fermati in un villaggio Hmong.I hmong, anche conosciuti come miao  sono un gruppo etnico asiatico che vive principalmente nelle regioni montane della Cina del sud (in particolare nella provincia del Guizhou) e nelle regioni del sudest asiatico (Vietnam, Laos, Birmania e Thailandia del Nord).
Ci ritempriamo in piscina in attesa di uscire per la cena entro le 19.30 perchè tutte le cucine alle 20.30 tirano giù la saracinesca. Con circa 6-8 usd si cena in due, con una cucina che adoriamo, 2 Lao beer grande comprese. Navetta hotel sempre alle 21 e quindi download delle foto. Dopo le 21 ribadisco, pochissimi disperati che gironzolano.








22 luglio
Sole bici wat: idea!attraversiamo il Mekong con il ferry pubblico che si prende davanti al Museo Nazionale ( ex Palazzo Reale): senza bici solo andata 5000 kip, con la bici 10000. 















Attraccati si entra in un mondo vero di vita laotiana; l’atmosfera turistica dell’altra sponda si perde nella completa indigenza e mancanza di infrastrutture. Se LP è l’Italia del 1930, i villaggi vicini sono fine ’800. Strade bianche, non spietrate, salite vertiginose e discese in picchiata. Dopo una decina di km con un mangia e bevi di quelli da ciclista pro decidiamo di ritornare.






Saranno le salite vertiginose, sarà la fatica quando rientriamo, giá partito da casa con una protrusione alla schiena, mi si ripropone. E domani abbiamo un viaggetto di 389 km per Vientiane, in bus. Un massaggio da 10 $ in camera, un pò di ginnastica in piscina e “sembro” quasi nuovo! Cena e ricarica del cellulare laotiano: sim 15.000 kip e ricarica di 25.000. Ogni minuto di telefonata costa 2.000 kip. Rientriamo sempre al medesimo orario e fatti i bagagli andiamo a nanna. Ci balena in testa l’idea di perdere i 44 usd dei due ticket bus per farne due di aereo….ma poi non vedremmo il Laos del Nord. Cerchiamo di dormire, visto che il tipo della 202 ci allieta la notte con un concerto di russata in do minore per alcolista.

23 luglio
Sveglia ore 6.00 colazione in anticipo e poi dopo un commiato da Evelyn da libro Cuore, saliamo sul van che ci porta al Southern terminal bus dove alle 8.00 parte il V.I.P. bus, che di vip ha solo il nome.

Dopo vari tentativi di partenza, per saluti, sigarette, detersivi e acquisti vari alle 8.25 si parte. Ora di arrivo sulla carta 16.00 in realtá 20.30, quindi 12 ore e chi vi vende il tragitto in 8 ore è un farlocco. Ripeto che la distanza è di 389 km valicando passi arditi nella nebbia su stradine piccole e incrociando spesso anche camion e bus.
























E chi vi dice che fino a Van Vieng la strada è brutta ma dopo diventa un biliardo, un farabutto! I primi 210 km sono di altissima montagna, pioggia, nebbia e curve, tantissime e incroci con camion dove ci passa una banconota.


Il tempo di percorrenza fino a qui 8 ore, ma ci sono ancora 179 km, da percorrersi su di una strada senza asfalto, a buche che i Laotiani declamano come strada imperiale, sì di un imperatore del XIV secolo. Così solo quelle della Cambodia, ma durante la stagione delle pioggie, quando il Tonle Sap esonda. In verità dall’Hepbenu bridge la strada migliora di un tantinello, tuttavia è un percorso a buche e pietre. Speranzosi Vientiane si avvicina. Raggiungiamo Vientiane alle 19.30 circa 12 ore di viaggio, sotto una pioggia inclemente e veniamo scaricati al terminal bus più lontano dalla città. Contratto con un tuk tuk collettivo e per 20.000 kip a persona saliamo, con altri 14 compagni di viaggio. Il nostro hotel è sul Mekong, Beau rivage, ma il driver non riesce a trovarlo nella sera buia, bloccando anche la discesa a tutti gli altri. Finalmente l’individuiamo e scendendo notiamo con stupore che in quel tratto il lungofiume è terra rossa, quindi quando piove si trasforma in una fanghiglia rossa che blocca il passo. Il proprietario è un australiano che immediatamente ci da la stanza e ci dice che se vogliamo qualcosa da mangiare proprio a due metri due c’è il famoso, per Vientiane, Spirit House, luogo per vedere il tramonto sul fiume. La stanza è bella, wi-fi discreto colazione ok a 55 $ che per noi saranno in totale 165 perchè ci fermiano tre notti. Non c’è cassaforte in camera, si consegna alla reception il wallett ( che da questo momento chiameremo valletto?!!) che verrá conservato nella cassaforte centrale. Ottimo staff, unica pecca è il fango che si crea davanti e per un tratto di lungofiume. Regola dell’hotel, ci si deve togliere le scarpe prima di entrare e riporle nel box con il nr della stanza. Cena velocissima sul Riverside food mall dove non comprendono nemmeno l’inglese: poche migliaia di Kip a fronte di un discreto cibo e servizio.
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